La storia di Chiara

 

C’era una volta... “Il paese delle arti e dei mestieri”

Era la somma di strade strette e sorrisi conosciuti. Era la somma di porte piccole e mani impegnate verso il lavoro, l’utile, la comunità.

Dovete sapere che per la protagonista della nostra storia, l’arte vive anche attraverso il lavoro quotidiano: quel necessario, a tratti scontato, ma che tende alla bellezza, la raggiunge e si trasforma in altro. Per dare un servizio ed essere al servizio. Per Chiara, l’arte è un concetto molto distante dall’astratto perché vive nelle mani e tra le mani dei suoi artigiani.

Come quando racconta del “rimasto piccolo” paese da cui proviene, dove i negozi erano botteghe e i proprietari erano i loro custodi: “Qui prima c’era un artigiano per ogni arte, il falegname, il calzolaio, il sarto (che era mio nonno). Lui cuciva gli abiti e mia nonna ricamava. Questa è stata la storia della famiglia di mia madre. Sono nata in un’epoca in cui il sarto quasi… non c’è più”.

Una dedizione sincera che Chiara ha respirato: “Amavano essere sarti”. Lo ripete, lo sottolinea. “Da noi arte è mestiere”. Per mia nonna era un orgoglio lavorare in questo settore, avere a che fare con stoffe preziose, ma anche umili”. La passione e l’eredità: “Lei ha sempre tenuto a due aspetti: la cura del dettaglio (come quando mio nonno faceva combaciare le righe del gessato) e il contatto con il pubblico”, che Chiara riassume così: “Era un andare incontro ai desideri delle persone”. Chiara cresce “rubando” le scarpe alla nonna (una fedelissima del tacco 12).

Senza saperlo, indirettamente, la contamina: “Mia nonna e mia madre mi hanno sempre fatto cogliere la bellezza del lavoro artigianale”. Sarà per questo che quando Chiara, scorrendo Instagram, incontra un paio di orecchini Meg, ne riconosce immediatamente la fattura, la qualità, la particolarità: “Ho notato subito che erano fatti in stoffa. Entrando nel sito, mi ha rubato il cuore la storia della lavorazione.

La maestria nel saper toccare e maneggiare il filo mi hanno da sempre affascinata. La sua storia si incastrava perfettamente con la mia e con il desiderio del momento”, ovvero la ricerca degli orecchini perfetti per la laurea di sua sorella Giorgia. “Sono sempre stata legata agli eventi della vita di mia sorella”.

Stavolta Chiara non è alla ricerca di un semplice accessorio che stia bene con il vestito, lei vuole di più. Vuole essere impeccabile per Giorgia, vuole che da ogni dettaglio emerga l’orgoglio che prova nei suoi confronti, emerga la cura che ha messo nel prepararsi per quel giorno, per dirle anche con l’estetica: “Ho voluto essere perfetta per te, per rendere onore a ogni tuo sforzo, a ogni tuo sacrificio, perché oggi non è un giorno qualunque, è un giorno in cui tu, sorellina, proverai l’emozione, e io con te, di cosa significhi avercela fatta, a mani nude e con sguardo sincero”. “Ho comprato il vestito della sua laurea 7/8 mesi prima.

Ero abbastanza preoccupata per gli orecchini. Non volevo indossare una cosa qualsiasi, ho fatto crescere i capelli, per farli a banana. Quando ho visto i primi orecchini Meg su Instagram mi hanno folgorato, erano della collezione Alchimia. Avevano qualcosa di prezioso che ricordava il mio abito. Ho chiesto consiglio a mia nonna e mia mamma”. Perché? Vi starete chiedendo... La risposta di Chiara è inequivocabile: “Ciò che è di qualità non si può comprare sempre in grandi quantità. Mia nonna mi ha cresciuta dicendo Del caro comprane poco.

Quando poi ho deciso di contattare Eleonora, ha risposto con una cura e una gentilezza enormi, è sempre stata molto disponibile, cordiale. Tutto questo mi ha dato ancora più convinzione, perché ha confermato che stavo facendo la scelta giusta. Mi ha stupito tutto: il pacchettino, il biglietto scritto a mano. Mi ha fatto capire ancora di più il valore del suo lavoro, della sua azienda, quanta attenzione metta nel rapporto con chi lo acquista. Non si è più solo clienti”.

La potenza di un gesto dedicato: “Il fatto che una persona avesse preso della carta e una penna, per scrivere un messaggio indirizzato a me, è stato intimo, emozionante”. “Mia nonna ha sempre tenuto agli accessori, quando ha visto gli orecchini Meg, così curati e leggeri, è stata contenta di tutta l’accortezza che avevo avuto nell’acquisto. Ricordo che si è incuriosita, ha cercato di capire come fossero fatti, gliel’ho spiegato ed è rimasta stupita dell’idea, perché è un modo diverso di usare il filo, non è un modo tradizionale, il filo da ricamo prende consistenza e diventa centrale.

A mia sorella poi sono piaciuti tantissimo. Lei adora fare le foto, i suoi soggetti principali sono le persone e io sono il suo preferito. Soprattutto quando indosso gli orecchini di Eleonora”. Un accessorio che diventa significato: “Gli orecchini di Eleonora sono luminosi, raggianti e io li associo esattamente alla mia persona, mi rispecchiano perché questi due aspetti sono legati al mio nome, che ho sempre portato come una missione, quella di portare luce”.

Come le combinazioni tra Meg e le sue clienti (per quanto chiamarle tali suoni quasi offensivo) si attraggano senza conoscersi, è per me, che ho il delicato compito di raccontare le loro storie, fonte di puro stupore, ogni volta. In fondo aveva ragione Coco quando diceva: “Per essere insostituibili bisogna essere unici”.

 

Elena Mascia, Tu racconti, io scrivo x MEG Jewels.

 

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Storie d'Atelier è un progetto di MEG Jewels, ideato per regalarvi alcune delle vostre storie, racchiuse in un racconto intimo.

L'elaborazione dei racconti è affidata alle mani di una professionista della comunicazione empatica, Elena Mascia, con il suo Tu racconti, io scrivo.

Sono viaggi emozionali che partono da un gioiello per svelarne un mondo unico e autentico: il Vostro.

 

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